La scarsità di un bene rispetto al suo fabbisogno spinge gli operatori economici alla ricerca di un equilibrio di mercato tra domanda e offerta. Tuttavia il mondo digitale, fino a poco tempo fa, non conosceva beni scarsi o limitati. Infatti tutti i file e i programmi informatici potevano essere copiati con pochi semplici passaggi. L’avvento della blockchain e dei suoi asset digitali ha introdotto anche nella società dell’informatica digitale la possibilità di avere beni scarsi, unici o numericamente limitati.
Gli asset digitali e la blockchain delle cryptovalute
Gli asset digitali creati su una blockchain sono chiamati coin o token, a seconda della funzione che svolgono all’interno del network.
Sono definiti coin, cryptovalute o token gli asset digitali che all’interno di una blockchain o di un registro distribuito (DLT) rivestono la funzione di strumento di pagamento.
Questa tipologia di token oggi è la più famosa, utilizzata e apprezzata grazie al grande successo di Bitcoin.
I pionieri di questa tecnologia hanno realizzato un nuovo sistema economico, interamente digitale. Infatti la strada tracciata da Bitcoin ha dato vita a molti progetti blockchain a esso ispirati, sia tecnologicamente che filosoficamente.
Bitcoin, però si dimostra ancora insuperabile, infatti, oltre a essere il primo caso d’uso della blockchain come strumento per il trasferimento di valore digitale è, a oggi, anche l’asset finanziario più redditizio che l’umanità abbia mai conosciuto.
La crescita delle diverse declinazioni della tecnologia blockchain con migliaia di progetti peer-to-peer che cercano soluzioni innovative da applicare ai pagamenti digitali, alla beneficenza, alla filiera alimentare, ai videogiochi, alla logistica, alla custodia di documenti, ai prestiti, alle assicurazioni, alla medicina ha generato un nuovo grande mercato di beni digitali e non solo.
I token nella blockchain
La varietà dei token realizzabili non si esaurisce con le monete di pagamento. Realizzare un token significa scrivere uno smart contract definendo le sue regole di funzionamento e le sue caratteristiche fondamentali.
Tecnicamente le informazioni o istruzioni scritte in linguaggio informatico determinano l’emissione, la registrazione e lo scambio dei token all’interno di una blockchain o di un registro distribuito (DLT).
Il creatore di un token dovrà decidere quanti asset digitali saranno messi in circolazione, chi sarà abilitato a trasferirli, quali saranno le regole da soddisfare per il suo funzionamento all’interno del network.
L’importanza dei token fungibili
Alla categoria dei token fungibili appartengono tutti quelli utilizzabili come cryptovalute o “coin” nonché quelli che hanno caratteristiche assimilabili a una moneta digitale a cui sia riconducibile un’utilità specifica o il diritto a un servizio, quali per esempio l’accesso a un concerto o il biglietto per un volo aereo.
Esempi di token fungibili nel mondo della blockchain possono essere anche le monete programmabili che permettono una “valuta di scopo” utilizzabile per esempio per una raccolta fondi, oppure le Central Bank Digital Currency (CBDC), le stablecoin, o ancora i reputation token utilizzati nella sharing economy.
L’unicità dei token non fungibili
I token non fungibili, o NFT, sono, invece, degli strumenti digitali che solo apparentemente possono apparire identici tra loro, ma in realtà questi sono tutti diversi. Ogni NFT, infatti, avrà un suo codice identificativo che lo rende unico e irripetibile. Questa caratteristica ha dato vita nel finire dell’anno 2017 ai gattini digitali collezionabili (CryptoKitties). I gattini digitali realizzati sulla blockchain di Ethereum, come gioco, ha rapidamente scalato l’interesse della comunity per i token non fungibili.
Il giocatore di CryptoKitties attraverso il suo allevamento di gattini digitali può accumulare anche grandi guadagni dalla cessioni di questi gatti, in quanto ciascuno di questi grazie alla sua unicità rappresenta, potenzialmente, un asset da collezione.
Le qualità dei token non fungibili dunque vengono apprezzate perché permettono di realizzare un programma informatico unico e al tempo stesso versatile.
La peculiarità degli NFT, infatti, è proprio quella che possono tecnicamente rappresentare qualsiasi tipologia di asset, sia digitale che fisico.
I non fungible-token, in ambito blockchain e DLT, vengono utilizzati per la gestione dell’identità digitale, per la tracciabilità dei prodotti alimentari, per l’automazione dei processi di supply chain, per la realizzazione di piattaforme per il voto elettronico, oltre che come collectibles.
Il ruolo dei token non fungibili nel mondo fisico
I token non fungibili possono rappresentare la copia digitale o il certificato di proprietà digitale di oggetti del mondo fisico.
Il legame incancellabile e incensurabile che può unire i token non fungibili emessi su una blockchain e il mondo fisico offre nuove forme di interazione e interdipendenza tra i due mondi, fino a poco tempo fa assolutamente inimmaginabili.
Un terreno fertile, dunque, in cui i token potrebbero svolgere un ruolo centrale nella creazione dell’internet of value.
La possibilità di “tokenizzare” digitalmente su blockchain tutti i beni e i servizi appartenenti al mondo fisico apre la strada a un utilizzo diverso di questa tecnologia.
Gli asset digitali crittografici non fungibili possono essere utilizzati come strumenti per tokenizzare beni reali indivisibili, come per esempio le opere d’arte o un’intero immobile.
La tecnologia degli NFT permette, infatti, di suddividere la proprietà in piccole porzioni uniche, certificate e scambiabili.
Inoltre tali strumenti potrebbero anche essere impiegati nella la tutela dei diritti d’autore, il token programmato e collegato a un’opera potrebbe da solo gestirne le licenze e provvedere contestualmente a corrispondere i proventi spettanti ai vari autori e derivanti dalla distribuzione dei contenuti.
Nessuno può impedire la funzione di trasferimento di un token o esercitare il controllo sul protocollo blockchain o DLT di appartenenza, la cui tracciabilità, stabilità e sicurezza viene garantita dalla maggioranza dei participanti al network.
Qualità e aspetti tecnici di un token non fungibile
Le blockchain che ospitano token non fungibili, per ora, non sono tante. La più importante è certamente quella di Ethereum, poi troviamo EOS, TRON, VeChain e poche altre. Questi asset crittografici per essere considerati non fungibili devono rispettare le seguenti regole:
- un NFT è unico e indivisibile, ovvero non è replicabile e non deve essere possibile possedere una porzione di un NFT;
- un NFT possiede un ID univoco, per cui il suo indirizzo di contratto o token ID non è replicabile all’interno dell’ecosistema blockchain di riferimento.
Oltre alle qualità sopra elencate un token non fungibile può avere delle altre funzionalità facoltative, ovvero:
- un NFT può possedere dei metadati aggiuntivi con i quali è possibile definirlo anche con un simbolo e con un nome, esattamente come per i token fungibili.
Le funzionalità specifiche dell’NFT permettono, inoltre, a un token ID di essere collegato all’indirizzo digitale del suo proprietario “wallet”.
Attraverso l’ID del destinatario sarà sempre possibile trasferire la proprietà del token.
Con l’informazione primaria dell’ID e del futuro destinatario, sarà sempre possibile autorizzare il destinatario a richiedere la proprietà del suo token.
Inoltre con un indirizzo e un indice, sarà possibile ricevere l’ID del token relativo da esso posseduto. Questo può essere utile, ad esempio, all’enumerazione dei token posseduti da un utente.
I beni fungibili in generale
I beni presenti in natura sono classificati in base alle loro qualità e funzioni. Essi si distinguono in beni di genere o di specie, materiali o immateriali, mobili o immobili, divisibili o indivisibili ed inoltre possono tutti essere considerati come fungibili o infungibili. Un bene per essere considerato fungibile deve appartenere a una medesima categoria astratta come per esempio il grano, il vino, il denaro. I beni fungibili sono sempre sostituibili con altri beni della stessa specie.
La loro quantità principale risiede nel fatto che essi possono essere pesati, misurati o enumerati e perciò anche facilmente sostituiti con altri esemplari simili per numero, genere e qualità.
Per il diritto romano il termine bene fungibile indicava, appunto, le “res quae pondere numero mensura constant”, cioè quei beni indicati nel genere e individuati per numero, peso e misura.
I beni infungibili nel mondo fisico
I beni infungibili, invece, sono quelli dotati di una loro unicità e individualità. Tra i beni infungibili possiamo annoverare certamente le opere d’arte, gli oggetti da collezione e in generale tutti quei beni o servizi dotati di unicità e irripetibilità indiscussa.
In termini contrattuali per assolvere a una obbligazione avente per oggetto un bene infungibile il debitore non potrà consegnare un bene diverso da quello concordato, altrimenti incomberà su di lui la responsabilità per l’inadempimento.
L’importanza della distinzione tra beni fungibili e infungibili
Dall’inquadramento di un bene tra quelli fungibili e quelli infungibili discendono distinte conseguenze in termini di disciplina giuridica applicabile.
I beni fungibili come il denaro o i titoli al portatore sono detti anche liquidi perché utili per assolvere facilmente alle transazioni commerciale e non; al contrario i beni infungibili come un quadro, il contratto di comodato di un immobile o la prestazione artistica di un musicista sono beni o esemplari unici non sostituibili.
L’insieme di beni fungibili e infungibili sembrava non sussumibile sotto la stessa tecnologia, proprio perché regolati e disciplinati diversamente.
Tuttavia la blockchain oggi offre un unico archivio mondiale on-line decentralizzato e accessibile a tutti sul quale registrare e gestire tramite il proprio portafoglio digitale tutti i nostri beni digitali oltre che tutti i certificati digitali di proprietà dei nostri beni fisici.
Le proprietà individuali, che siano esse cryptovalute, biglietti per concerti, oggetti collezionabili, opere d’arte fisiche o digitali, password di videogiochi o chiavi dell’auto o qualsiasi altro bene fungibile o non fungibile custodito all’interno del “wallet” digitale sarà sempre a portata di mano e libero dall’influenza di terze parti e in alcuni casi saranno proprio gli stessi beni, collegati a uno smart contract, ad aiutarci a usarli e amministrarli al meglio.
Le notizia proviene per gentile concessione da Blockchain 4 Innovation